The Italo Job x PVC

PVC – play vinyl club: Intervista a Abyssy, Sindaco, Wang Inc.

December 6, 2022 0 Comments

Oggi The Italo Job vi propone un’intervista tripla a 3 artisti che si esibiranno a PVC – play vinyl club del 17 dicembre al Link.
Infatti, come ben sapete, non ci saranno solo gli stand delle etichette e dei negozi di dischi, ma sarà possibile ascoltare sia musica live che djset in una lunga serie di showcase che si svolgerà nel pomeriggio.
Alla fine del post trovate la time-table delle esibizioni.

Prima però vi consigliamo di leggere questa interssantissima intervista a 3 dei protagonisti della giornata: Abyssy, Sindaco e Wang inc.

The Italo Job: Direi di iniziare questa intervista con una domanda che potrebbe essere allo stesso tempo facile, ma anche molto difficile vista la vostra lunga carriera ed esperienza maturata.
Ci raccontante chi siete, com’è nata la vostra passione per la musica e quali sono i vostri attuali progetti?

Abyssy: Dietro al moniker ABYSSY c’è un produttore e DJ bolognese di 51 anni, anche conosciuto come Mayo Soulomon e LOWLOW.
Ho iniziato a divertirmi con la musica eletronica, più o meno con vocazione dancefloor, quando avevo 16 anni.
Nello stesso periodo ho acquistato la mia prima batteria elettronica e da allora no più smesso.
Da qualche anno porto avanti il progetto ABYSSY, con cui cerco di fondere varie sfaccettature e stili della musica che mi ha ispirato negli anni.

Sindaco: Angelo Sindaco è un produttore musicale italiano attivo dalla metà degli anni ’80 nel circuito della musica industrial del quale si appassionò quasi immediatamente, entrando in contatto con un network internazionale di musicisti ed etichette. Parallelamente, l’amore per l’hip hop e la nascente house music, lo portarono a sperimentare ritmiche più vicine al dancefloor senza però mai dimenticare la passione per l’avanguardia.
Nel 1994 fu il primo dj a proporre al Link di Bologna, insieme a Mayo (aka Abyssy) e Luca Ghini una miscela di techno evoluta ed house ricercata in residencies divenute leggendarie. La notorietà delle serate al Link e le sue produzioni su label come la romana ACV prima e la storica Irma di Bologna dopo, gli fecero guadagnare una fama elitaria nei circuiti artistici internazionali.

Wang Inc.: Al secolo mi chiamo Bartolomeo Sailer ma sono 30 anni che vesto quello di Wang inc. 
La musica è entrata nella mia vita quando mio nonno George mi ha regalato una radio a transistor all’età di 11 anni.
Dopo qualche anno ascoltavo Stereo Notte e Stereodrome su Radio Due nella mia camerata fino al mattino. 
La musica entrava nei miei sogni e li manipolava. A 15 anni ho comprato una drum machine in società con un amico. Era il 1986. Ci facevo dei beats punk.
Nello stesso anno ho iniziato a fare radio. La svolta per l’elettronica è arrivata alla fine degli anni 80 inizio 90, in un lento scivolare dal post punk. Le band che mi hanno cambiato la vita sono state i Front 242, i Clock DVA, gli 808 State e poco dopo gli ORB ed i Coil.
Alla fine degli anni 80 ho anche iniziato a sperimentare con loop sulle cassette prima, poi su un Amiga 2000 ed infine con un campionatore Roland. Ci sono voluti però altri 10 anni prima di pubblicare il primo disco per Sonig, etichetta di Mouse on Mars. In quegli anni ho fatto il dj al Link, anche insieme ad Angelo nei miei primi anni a Bologna.
Ma come dj sono un buon selezionatore ma un pessimo riempipista. Se suono la musica altrui mi piace suonare ambient.
Attualmente faccio musiche per audiovisivi da 15 anni, dapprima pubblicità, ultimamente solo film. E proseguono i progetti di Wang inc. e le sue collaborazioni (come ad esempio con NicoNote in Limbo Sessions o SUZ), com brevi apparizioni di altre personalità: White Raven (il romantico), Dead Asshole Rave (il punk) e Walking Mountains (il fricchettone). Da 7 anni curo insieme al mio socio BXP l’etichetta Random Numbers che ci sta dando tante soddisfazioni in un mercato discografico in costante tumulto.

Wang Inc.
Nella foto Bartolomeo Sailer aka Wang Inc

The Italo Job: Ascoltando parte delle vostre discografie (fortunatamente sono molto corpose) ho notato che siete riusciti a fondere vari generi ed influenze. Questo mantenendo una coerenza artisitca ed evitando di essere monotematici.
Come nascono le vostre produzioni? Utilizzate principalmente strumenti analogici o digitali? Vi capita di lasciarvi ispirare dagli ascolti del momento?

Abyssy: Il mio approccio alla ‘creazione’ nasce sempre dalle sensazioni o emozioni di qualche ricordo, più è forte e più è facile fare uscire atmosfera, suoni ed eventuali ritmiche.
Allo scopo utilizzo solo strumenti hardware, sia analogici che digitali, perchè mi è molto piu immediato ottenere quello che ho in mente al momento.

Sindaco: Generalmente parto da un concept. Da lì nascono titolo, copertina, musica, tutto assieme. Trovo gli strumenti analogici più divertenti da usare ma non ho preclusioni etiche.

Wang Inc.: Negli oltre 30 anni di produzione musicale ho usato letteralmente di tutto. Anche strumenti reali suonati alla peggio. Dal digitale 8 bit del Game Boy fino ai synth modulari. Non mi sono fatto mancare nulla. Penso in ogni caso che il tipo di generazione sonora sia solo un vettore della propria creatività. Io adoro innanzi tutto il suono inusuale, complesso e vivo. Poi come lo raggiungo poco importa. Anche se per suonare dal vivo preferisco usare strumenti che si possono toccare.

The Italo Job: Come vedete la, chiamiamola così, scena eletronica italiana? C’è unione tra artisti ed etichette o è necessaria una maggiore coesione? Eventi come PVC possono favorirla?

Abyssy: Non sono un grande conoscitore dell’attuale scena elettronica italiana, diciamo che seguo soprattutto artisti che già conosco o comunque facenti parte di ‘circuiti’ vicini ai miei gusti.
Eventi come PVC sicuramente possono connettermi con artisti prima sconosciuti, anzi, ci conto. Magari qualche nome che non conoscevo mi entusiasma e corro a studiarne le produzioni precedenti.

Sindaco: Purtroppo non conosco approfonditamente la scena italiana (così come molte altre). PVC sarà l’occasione per colmare questa lacuna.

Wang Inc.: Frammentata. PVC come altri eventi simili, non solo di produttori musicali, ma anche di produttori di strumenti aiutano a far circolare le idee, ma l’Italia resta principalmente la nazione dai mille campanili. Ci si conosce tutti, ma difficilmente potremmo parlare di scena collaborativa.

Sindaco
Nella foto Sindaco

The Italo Job: La musica elettronica è un linguaggio universale. E come una lingua cambia nel corso degli anni influenzata dalla società, dalla tecnologia e dall’utilizzo che se ne fa.
Come giudicate i cambiamenti e l’evoluzione della musica elettronica da quando avete iniziato a frequentarla ad oggi?

Abyssy: Il mondo è profondamente cambiato, sia a livello sociale che tecnologico. Questo ha rivoluzionato la musica e il modo di crearla e fruirne.
Come per credo tutti ci sono aspetti del passato di cui si ha nostalgia e altri del presente, soprattutto a livello tecnologico, che permettono possibilità prima inimmaginabili.
Cerco di trovare un equilibrio tra passato e presente.

Sindaco: Penso che i più grandi passi avanti si siano registrati nella musica nera, come al solito. Mi riferisco alla Trap e l’Hip Hop.

Wang Inc.: Molto raramente vedo un progresso, nel senso che si tende poco a sperimentare ed alzare l’asticella. In Italia ci sono moltissimi musicisti derivativi che si ispirano ai loro miti e ne riprendono gli stili, ma vedo una grossa staticità. Il progresso tecnologico penso sia ininfluente, quello che facevano i Kraftwerk negli anni 70 ha lo stesso sapore di futuro che può avere un disco di Burial. E diciamocelo, oltre alla democratizzazione dei mezzi di produzione non ci sono state grosse innovazioni tecnologiche dagli anni 70. La democratizzazione non ha migliorato la scena ma ha sono generato più rumore di fondo.
Se penso ad esempio alla sintesi granulare che potrebbe sembrare il grande punto di arrivo dell’evoluzione nella musica digitale il concetto era già nella mente di Luciano Berio negli anni 60.

The Italo Job: Mi collego alla domanda precedente. Considerando la musica elettronica un linguaggio che tutti possono comprendere, secondo voi è adatta per trasmettere un messaggio o raccontare una storia? Ve lo chiedo perché voi l’avete fatto e ci siete riusciti.
Per Wang Inc.: nel tuo “Mediterraneo EP” (uscito nel 2020 per Random Numbers) racconti un tema molto complesso, tragico e di grande attualità, la traversata del Mediterraneo dei migranti. Ce ne parli più approfonditamente?
Per Sindaco e Abyssy: sta per uscire per New Interplanetary Melodies il nuovo album di Sindaco a cui ha collaborato Abyssy. Si intitolerà “Spiritual Safari” e racconta un visione fantascientifica dell’Africa come frontiera ultima del post-post-moderno. Ci raccontate il concept dell’album?

Abyssy: Con Sindaco ci lega una amicizia di lungo corso. Ho dato un piccolo contributo di suoni e atmosfere su alcuni brani del suo nuovo album, che ritengo ottimo.

Sindaco: E’ possibile ma non ho esempi specifici che ricordo mi abbiano colpito particolarmente se non la saga di Drexciya.
Spiritual Safari si avvinghia all’idea fantascientifica di vedere l’Africa come ultimo luogo possibile di uno sviluppo sociale e tecnologico a dimensione umana proprio perché non ricalca gli schemi occidentali ed europei. Nairobi meglio di Toronto per capirci.

Wang Inc.: Il Progetto di Wang inc. è stato sempre fortemente politico. Inizialmente la militanza era ecologista, nell’ultimo disco “Mediterraneo” è diventata internazionalista ed anti razzista.
Si può sempre raccontare una storia anche senza usare le parole. Ma spesso soprattuto nella EDM si tende all’edonismo vacuo invece che approfittarne per veicolare un messaggio.
A me è sempre piaciuto cercare delle storie a cui legare la mia musica, mi piace fare dei concept album.

Abyssy
Nella foto Andrea Salomoni aka Abyssy

The Italo Job: Come immaginate il futuro del clubbing e della socialità ad esso connessa?
Questo in relazione anche ai cambiamenti di cui parlavamo alla 4° domanda, ai 2 anni di pandemia e chiusure connesse, e alle ultime manovre politiche (il famigerato decreto “anti-rave”)

Abyssy: In questi ultimi anni, tra pandemia e comunicazione polarizzata agli eccessi non è stato facile per nessuno.
Non riesco a immaginare grossi cambiamenti imminenti, mi solo auguro che polititca e tecnologia non prevarichino la socialità fisica.

Sindaco: Non ho la minima idea di come si svilupperà il clubbing. Ad essere sincero sino ad ora non ho registrato significativi cambiamenti. Forse la qualità delle droghe è peggiorata… argomento che peraltro non mi tocca.

Wang Inc.: Penso che il clubbing sia morto. Oramai trascina il suo corpo un po’ come la monarchia francese alla fine del 1700. Nascerà qualcosa di nuovo e pieno di energia dirompente? Sicuramente. Sarà un ritorno al rave? Lo spero perché creare delle TAZ è sempre una forma di lotta importante. Ma spero che si inventi anche qualcosa di diverso, dove la musica torni ad avere un ruolo fondamentale, dove si aboliscano i presenzialismi, i cellulari che riprendono chi sa cosa, i PR, il superstarDJ her we go!.

The Italo Job: Cosa ci dobbiamo aspettare dalle vostre esibizioni live / djset a PVC?

Abyssy: Personalmente eseguirò un mix di mie precedenti produzioni, quindi 100% ‘me’ nel corso degli anni.

Sindaco: Avrò un approccio alla David Mancuso: sarà la musica del disco a fare da protagonista. Cercherò ci intervenire il meno possibile sulla riproduzione dello stesso.

Wang Inc.: Il mio sarà un live completamente improvvisato. Partirò da una tabula rasa, nessuno preset, nessuna sequenza scritta, tutto a zero. Non so cosa ne verrà fuori e spero che possa essere piacevole, dipende molto dal demone che si impadronirà di me, dipende molto dai demoni che si impadroniranno del pubblico. Tempo fa ho fatto uno di questi live in un parco e si è avvicinato un anziano fricchettone storico di Bologna, a piedi nudi e coperto di stracci colorati che nella sua fattanza ha deciso di accompagnarmi con il suo piffero. È stato un momento magico. Qualche mese fa ne ho fatto uno a Bruxelles e il pubblico ballava convinto, ognuno seguendo uno dei ritmi scombinati. Era molto bello vederli. Mi hanno prosciugato tutte le energie e sono tornato a casa felice ma distrutto.
Sarà una specie di rituale lento e incalzante, dove i tamburi avranno un loro peso dominante, ma i ritmi saranno scombinati e poliritmici, euclidei. Complessi! L’assioma che guiderà la mia composizione è: la poliritmia è un atto politico.
Il set up sarà tutto di macchinette: OP-Z, Tanzmaus, 0-Coast e un mini sistema modulare di filtri ed effetti.

PVC play vinyl club Showcase

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